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Answer the call

Immagine del redattore: CGE italiaCGE italia

Fund education, fund our tomorrow


Nella giornata mondiale dell’educazione, la Global Partnership for Education lancia la campagna “Answer the call” per far luce sulla crisi dell'istruzione nei Paesi a basso reddito e sottolineare l'importanza di un'istruzione universale di qualità come fondamento di un futuro inclusivo, pacifico, prospero e resiliente ai cambiamenti climatici.

La campagna – a cui la CGE Italia aderisce - mira a mobilitare la comunità internazionale e in particolare i decisori politici dei Paesi ad alto reddito, affinché investano urgentemente nell'istruzione per costruire un futuro più luminoso per tutti.






FINANZIAMENTO PER L’EDUCAZIONE: il momento di agire è ora


Dall’adozione dell’Agenda 2030 - nel 2015 - ad oggi, 110 milioni di bambini, bambine e giovani in più hanno avuto accesso all’istruzione e i tassi di completamento del percorso scolastico sono aumentati, con 40 milioni di giovani in più che stanno completando la scuola secondaria rispetto al 2015. Eppure, ancora 251 milioni di bambini e ragazzi nel mondo, nel 2024, non hanno accesso all’istruzione. Le disparità regionali rimangono forti: il 33% dei bambini e dei giovani in età scolare nei Paesi a basso reddito è escluso da ogni percorso educativo, rispetto al 3% dei Paesi ad alto reddito. Più della metà dei bambini e degli adolescenti non scolarizzati al mondo si trova nella regione dell'Africa subsahariana.


Una delle sfide principali in questo senso rimane la mancanza di fondi: 4 Paesi su 10 spendono meno del 15% della spesa pubblica totale e meno del 4% del PIL per l'istruzione.

Anche il divario di investimenti nell'istruzione tra i Paesi è sconcertante: i Paesi a basso reddito hanno speso solo 55 dollari per allievo nel 2022, rispetto agli 8.543 dollari dei Paesi ad alto reddito.

I cambiamenti demografici globali hanno aumentato l'urgenza di investire nell'istruzione. Nel 2023 l'Africa subsahariana ha registrato la più grande popolazione di giovani del pianeta ed entro il 2050 il 40% di tutti i giovani di età inferiore ai 18 anni si troverà in Africa. Eppure, nel 2021, l'Africa rappresentava solo il 3% della spesa totale per l'istruzione a livello globale.


E’ pertanto necessario rafforzare la cooperazione internazionale ed attivare sistemi di finanza innovativa per far fronte a questi bisogni perché l’educazione rappresenta le fondamenta indispensabili di società inclusive e pacifiche e il diritto ad un’educazione inclusiva e di qualità deve essere necessariamente garantito a tutti i bambini e i giovani.


Nella giornata mondiale dell’educazione, la Global Partnership for Education lancia la campagna “Answer the call” per far luce sulla crisi dell'istruzione nei Paesi a basso reddito e sottolineare l'importanza di un'istruzione universale di qualità come fondamento di un futuro inclusivo, pacifico, prospero e resiliente ai cambiamenti climatici. La campagna – a cui la CGE Italia aderisce - mira a mobilitare la comunità internazionale e in particolare i decisori politici dei Paesi ad alto reddito, affinché investano urgentemente nell'istruzione per costruire un futuro più luminoso per tutti.


Auspichiamo pertanto che anche l’Italia - dando seguito all’impegno e l’interesse dimostrato anche nel corso della presidenza italiana del G7 lo scorso anno - possa giocare un ruolo importante nel rilanciare i finanziamenti per l’istruzione globale soprattutto in vista del prossimo replenishment della GPE.


La Campagna Globale per l’Educazione, a cui aderiscono ARCS, Children in Crisis, C.I.F.A. ETS, CBM Italia ETS, CISL Scuola, CISL FP, ICEI, WeWorld, Magis, Mani Tese, MAIS Ong, Plan International – Italia, PRO.DO.C.S., Re.Te Ong, Save the Children Italia, Sightsavers International Italia, Oxfam Italia, lavora alacremente per promuovere il diritto all’istruzione anche in Italia. Per questa ragione, guardiamo con preoccupazione alla decisione del Governo di non rinnovare il Fondo per il contrasto alla povertà educativa. Istituito nel 2016, il Fondo rappresenta un tentativo di affrontare uno dei problemi più gravi nel nostro paese, ed è volto “al sostegno di interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori”. I minori in povertà assoluta sono, secondo i dati ufficiali di ISTAT, 1,29 milioni, e questa condizione è strettamente legata al generarsi di contesti di povertà educativa. L’Italia non può permettersi di ignorare questa situazione, essendo un paese sempre più vecchio che fatica sia a fronteggiare il calo demografico sia a garantire opportunità concrete, lavorative e professionali per le risorse più qualificate.

La povertà educativa dovrebbe essere affrontata attraverso sforzi pluriennali e sistemici capaci di garantire davvero l'accesso universale ad opportunità di crescita che rispettino i principi delle Nazioni Unite di quality e lifelong learning. Pertanto non rifinanziare il Fondo per il contrasto alla povertà educativa senza aver provveduto, prima, a dispiegare adeguate ed efficaci soluzioni alternative per sostenere concretamente  bambini, bambine e  ragazzi insieme alle loro famiglie rischia di mettere in difficoltà le condizioni di vita e di crescita delle nuove generazioni e di non contrastare le gravi disuguaglianze territoriali che oggi colpiscono l'Italia.


Ora più che mai, dobbiamo lavorare tutti insieme per affrontare la sfida globale di dare a tutti i bambini e i giovani, ovunque si trovino, le competenze necessarie per navigare e prosperare in un mondo in continua evoluzione.  In caso contrario, stiamo mettendo in attesa il loro futuro e quello del nostro mondo.




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